L’UNCINETTO VA IN VACANZA?

L’estate è il tempo della leggerezza, del relax, delle giornate che scorrono più lente. Ma quando arriva il momento di fare la valigia, una domanda attraversa la mente di molte creative: porto o non porto l’uncinetto in vacanza? La risposta non è scontata.

Ci sono persone che non riescono a separarsi dal proprio filo, nemmeno sotto l’ombrellone. Per loro, l’uncinetto è un’estensione della propria persona: un gesto quotidiano, un piccolo rituale che accompagna i momenti liberi. Lavorano in treno, in macchina (da passeggeri, ovviamente), in aereo, nei campeggi, nelle stanze d’albergo. Basta una bustina con qualche gomitolo e un uncinetto per sentirsi a casa ovunque si vada.

Ma non per tutte è così. Alcune, arrivata l’estate, mettono da parte il lavoro a maglia come se fosse un maglione di lana: troppo caldo, troppo impegnativo, troppo “mentale” per un periodo che dovrebbe essere disconnesso da ogni dovere. L’uncinetto, per quanto sia un piacere, implica attenzione, tempo, progettazione. E allora, meglio lasciarlo lì dov’è, in attesa di settembre.

E poi c’è la questione sociale. Ci sono ambienti dove sferruzzare è accolto con un sorriso complice (pensiamo al campeggio, alla spiaggia tra amici, alla piazzetta del paese), e altri dove invece ci si sente osservati, giudicati, forse anche fuori posto. Quante volte ci siamo chieste: “Ma qui… posso tirare fuori il mio uncinetto o rischio di sembrare bizzarra?” Ecco, anche questa è una scelta.

E tu? Dove non lavoreresti mai a uncinetto? In spiaggia? In un ristorante? In aereo? In sala d’attesa? Oppure ovunque, con orgoglio?

Cosa fa la Fata Tuttofare?

Io appartengo alla categoria di chi, d’estate, lascia l’uncinetto a casa. Non perché non lo ami, ma perché è il mio lavoro. E quando posso davvero riposare, ho bisogno di staccare anche da quello. Per me, l’uncinetto non è solo relax: è concentrazione, calcolo, progettazione, didattica. E allora, in vacanza, metto in pausa le mani.

Ma la testa no.

La creatività non conosce ferie. Quando mi rilasso davvero, quando mi libero dai ritmi frenetici della produzione, il mio sguardo si fa più attento. Guardo le persone, i colori dei costumi, le borse delle passanti, le vetrine delle città che visito. Tutto può diventare ispirazione. E spesso, appena torno in camera, disegno. Appunto. Fotografo. Archivio. Perché anche se non sto lavorando, sto nutrendo il mio lavoro futuro.

Così, mentre alcune Fate fanno piastrelle tra le onde, io raccolgo intuizioni tra le onde delle persone.

Sei una che lavora sempre e ovunque? Oppure per te le vacanze sono vacanze, punto e basta? C’è un posto in cui proprio non useresti mai l’uncinetto? Raccontamelo nel gruppo Il Mondo delle Fate, e magari scopri che non sei sola!